Illusioni Ottiche, La Mini-Guida Completa 2/5

Indice

Organizzazione Figura-Sfondo

Altro principio fondamentale della percezione è la cosiddetta organizzazione della figura-sfondo. Questa è la tendenza a distinguere una figura dal suo sfondo e viceversa.

Guardando un’immagine percepiamo l’oggetto che sta in primo piano come figura principale e ciò che sta dietro come sfondo. Quando però gli indizi sono scarsi o ambigui la nostra mente può trovare delle difficoltà nel decidere a quale forma attribuire il significato di figura e a quale quello di sfondo. Nella figura 1 ad esempio che cosa vedete? Una coppa o due visi contrapposti?

rubincoppa
Figura 1

 

Percezione Della Profondità

Il mondo che ci circonda è tridimensionale, mentre l’immagine che si forma sulla retina è bidimensionale. Quali sono allora gli indizi che ci permettono di ricreare un mondo tridimensionale nella nostra mente?

Li possiamo raggruppare in due tipologie: indici monoculari basati sull’informazione proveniente da un solo occhio e gli indici binoculari che richiedono la combinazione delle informazioni provenienti da entrambi gli occhi.

  • Indici monoculari fisiologici: il più semplice è l’accomodazione cioè il movimento che il cristallino fa per mettere a fuoco un oggetto e che può dare una prima sommaria informazione sulla distanza di un oggetto.
  • Indici monoculari cognitivi:

a) L’interposizione: se un oggetto appare sovrapposto ad un altro ci sembra più vicino.

b) L’elevazione: più un oggetto è vicino alla linea dell’orizzonte più ci sembra lontano.

c) L’ombreggiatura: le ombre danno sempre un’impressione di profondità (figura 2).

d) La prospettiva lineare: le linee che convergono verso un unico punto di lontanzanza danno l’impressione di profondità (figura 3).

e) Il gradiente tissurale: gli elementi che costituiscono la tessitura dell’immagine, cioè i fili d’erba, le pietre, i piccoli oggetti più sono diradati e mal definiti e più ci appaiono lontani.
 

palla
figura 2
  • Indici binoculari:

a) La convergenza oculare: quanto più un oggetto è vicino tanto più gli occhi devono convergere per vederlo.

b) La disparità retinica: le immagini che si formano nella retina sono leggermente diverse nei due occhi. La fusione di queste due immagini dà origine alla percezione binoculare o stereoscopia e produce buona parte della sensazione di tridimensionalità nella visione.
 

panorama
Figura 3

 

Le Costanze Percettive

La percezione degli oggetti che vediamo non cambia a dispetto delle modificazioni che possono avvenire nella retina al variare delle condizioni di osservazione. Esistono delle costanti cosiddette percettive che aiutano il cervello a riconoscere allo stesso modo gli oggetti che vediamo anche se essi per esempio si allontanano, ruotano subiscono delle variazioni di luminosità ecc.

  • Invariabilità delle dimensioni: la tendenza a percepire come costanti le dimensioni di un oggetto anche se esso ci appare più piccolo per effetto della distanza.
  • Invariabilità della forma: a dispetto delle variazioni subite dall’angolo di visualizzazione la forma resta costante.
  • Invariabilità dei colori: i colori variano con la luminosità circostante ma continuiamo a percepirli alla stessa maniera.
  • Invariabilità della posizione: quando camminiamo o cambiamo direzione le immagini cambiano nella retina ma non per questo, se ad esempio camminiamo in una stanza, questa ci sembra che si muova.

Le Pupille Instancabili

Avete mai provato a guardare gli occhi di uno spettatore al cinema? O di una persona intenta ad osservare un quadro in un museo? Nella figura 4 è rappresentato in rosso il percorso dello sguardo di una persona che osserva il quadro di Degas intitolato Ritratti in un ufficio.

Le pupille guizzano qua e là a velocità altissima: si calcola che ogni spostamento duri al massimo un decimo di secondo. Anche la pausa tra un movimento e l’altro è brevissima, tra 2 e 4 decimi di secondo. L’occhio con i suoi movimenti rapidissimi cerca di catturare più informazioni possibili nel minor tempo!

Va ricordato inoltre che le pupille non stanno ferme nemmeno quando si dorme: tant’è vero che ad una fase del sonno è stato dato il nome di fase REM (Rapid Eyes Movements o Movimenti Rapidi degli Occhi).

pupille
Figura 4