Termotopografia ad Infrarossi nella Diagnosi delle Malattie Oculari

Studi iniziali eseguiti presso l’Università di Heidelberg dimostrano che lo spettro della Termotopografia è utile per diagnosticare un certo numero di malattie oculari.

termotopografia

Il dottor Sven Beutelpacher afferma che è possibile  rilevare e visualizzare anche le più piccole differenze termiche della superficie corneale. Con il suo team hanno sottoposto 28 pazienti (18 maschi e 10 femmine) alla termotopografia ad infrarossi, ognuno di essi affetto da differenti tipi di infiammazione del segmento anteriore. L’obiettivo in questo studio preliminare era quello di verificare il livello di risoluzione e rapidità del metodo ottenibile con la termografia ad infrarossi.

Due pazienti erano affetti da uveite anteriore conclamata, 5 con uveite ricorrente, 1 affetto da infiammazione della sclera, 5 da occhio secco, 5 si erano sottoposti a rimozione chirurgica della cataratta 24 ore prima. 10 pazienti sani costituivano il gruppo di controllo.
Entrambi gli occhi sono stati fotografati 50 volte, 1 ogni 10 secondi. Il locale è stato climatizzato alla temperatura costante di 22°C ed irradiato con luce costante. Ogni paziente doveva tenere l’occhio chiuso per 20 secondi prima della fotografia ed evitare di sbattere la palpebra durante la misurazione.

La temperatura media del gruppo di controllo è risultata di 35.4°C +/- 0,1°. I pazienti affetti da iridociclite hanno rivelato una differenza di temperatura di 1,8°C tra la zona centrale della cornea e e l’interfaccia sclero-corneale. Nei pazienti con sclerite è stata registrata un’aumentata temperatura, dovuta all’infiammazione locale. I pazienti operati di cataratta hanno mostrato un aumento di temperatura di 3°C rispetto al gruppo di controllo; ciò a causa del trauma post intervento.

Un gruppo di studio francese già nel 1966 aveva investigato queste possibilità: con l’attuale tecnologia è quindi possibile utilizzare la termografia ad infrarossi nella diagnosi precoce di tumori e di infiammazioni del segmento anteriore dell’occhio e nella regione periorbitale. Inoltre può essere utile per lo studio della fisiologia lacrimale.
Questa tecnica può anche essere utilizzata per registrare un aumento ella temperatura corneale durante la chirurgia della cataratta, che permette una eccellente visualizzazione dovuta all’energia della facoemulsificazione, specialmente per il metodo “non-pulse”.
Il dott. Beutelpacher afferma che è necessario ancora lavorare sulla metodica per standardizzarne alcuni aspetti al fine di ottenere risultati più precisi, come ad es., utilizzando il raffreddamento della superficie corneale con una certa quantità d’acqua ad una determinata temperatura.