Strabismo Accomodativo, Strabismo Essenziale, Eteroforia, Microstrabismo

Eteroforia

Si intende per eteroforia una deviazione latente degli occhi compensata dalla fusione. Interrompendo la fusione, gli occhi deviano nella loro posizione di riposo, priva di stimolo fusionale.
Se la posizione di riposo è in convergenza si parla di esoforia, se è in divergenza di exoforia. La posizione di riposo senza fusione dipende da fattori anatomici, ottici ed innervativi. I vizi di refrazione possono portare all’esoforia nella ipermetropia con eccesso di accomodazione o all’exoforia nella miopia per diminuito stimolo accomodativo.

strabismo

Strabismo essenziale

L’espressione essenziale  indica che in questo tipo di strabismo non c’è una causa identificabile. Si tratta di una anomalia della posizione di riposo. La posizione fisiologica di riposo degli occhi non è il parallelismo: nel bambino piccolo essa è spesso rappresentata da una posizione di convergenza per cui,  se c’è insufficiente potere di fusione o una interruzione dello stesso, si può avere uno strabismo convergente manifesto, indipendentemente dalla refrazione e, in particolare, dalla ipermetropia.

La differenziazione tra strabismo essenziale e accomodativo si basa, anzitutto, sull’esame della refrazione e sulla sua correzione. Se non c’è ipermetropia bisogna pensare che la deviazione sia essenziale, cioè dipendente dalla posizione di riposo. La terapia di questa forma di strabismo si deduce dalla sua descrizione. Una correzione della deviazione basale può essere ottenuta soltanto coi prismi o, per deviazioni più grandi, con la chirurgia.

Strabismo accomodativo

Nel 1864 Donders fu il primo a pensare che lo strabismo convergente fosse conseguente alla ipermetropia: accomodazione e convergenza sono strettamente correlate. L’ipermetropia richiede un aumento della accomodazione e comporta, un aumento anche della convergenza capace di condurre ad uno strabismo convergente. L’ipermetropia può essere, con la convergenza, suddivisa in:

  • assoluta
  • relativa
  • facoltativa.

Nella ipermetropia assoluta le immagini non possono essere portate sulla retina neppure col massimo sforzo. Nell’ipermetropia relativa si può avere una sufficiente accomodazione ma unita ad un eccesso di convergenza: è allora che si ha uno strabismo convergente. Se si può sufficientemente accomodare senza sollecitazione della convergenza, l’ipermetropia è detta facoltativa.

Microstrabismo

Il microstrabismo è quasi sempre unilaterale e, abitualmente, si tratta di uno strabismo convergente. L’ambliopia del microstrabismo è di entità variabile:  in casi accentuati c’è una ambliopia di grado elevato con scotoma centrale profondo e fissazione eccentrica.
Si può distinguere un:

  • microstrabismo primario costante
  • microstrabismo primario scompensato
  • microstrabismosecondario.

Nel microstrabismo primario non è mai osservata una grande deviazione strabica. L’esame dell’acutezza visiva fatto nella scuola materna o nei primi anni di scuola permette di individuare una diminuzione visiva unilaterale.

Il microstrabismo secondario si instaura dopo la riduzione di un angolo di strabismo maggiore, particolarmente dopo un intenso trattamento ortottico. Di fronte a casi concreti sembra difficile stabilire se si tratta di un microstrabismo primario scompensato o di un microstrabismo secondario vero. È decisiva l’anamnesi. La terapia del microstrabismo consiste essenzialmente nel trattamento della ambliopia, che però risponde molto bene ad una occlusione.

Nistagmo

La parola nistagmo deriva dal greco nystazein = oscillare. E’ una condizione in cui non è possibile tenere in riposo gli occhi che sono sollecitati da movimenti di oscillazione. La posizione di riposo necessita dell’azione combinata di parecchi muscoli. I movimenti possono avvenire irregolarmente e senza direzione o essere regolari. La direzione può essere orizzontale, verticale o rotatoria; le singole direzioni delle oscillazioni possono presentarsi anche combinate tra di loro. I movimenti sono più o meno veloci (frequenza) e più o meno ampi (ampiezza). Nel nistagmo pendolare il movimento avanti indietro è regolare. Nel nistagmo a scosse, il movimento in una direzione è più veloce che nell’altra, ed è classificato secondo la fase rapida. Se, per esempio, tutti e due gli occhi si spostano lentamente verso sinistra e ritornano, a scosse, nella posizione diritta si parla di un nistagmo a scosse verso destra.
Normalmente l’occhio, nella fissazione, non è perfettamente immobile ma presenta oscillazioni finissime, invisibili che hanno lo scopo di evitare un adattamento locale. Queste piccole oscillazioni di fissazione possono essere osservate quando si osservano le stelle; si ha allora la sensazione che le stelle si muovono. In realtà non sono le stelle a muoversi, ma gli occhi. Nelle affezioni congenite oculari, per esempio nella cataratta, nelle degenerazioni organiche della macula o nell’albinismo, queste scosse di fissazione sono più grandi e visibili come nistagmo. Si parla di un nistagmo da ambliopia o di un nistagmo oculare.