Strabismo e postura, un binomio forse impensabile, ma non di certo improbabile. Un binomio che è all’origine di diplopia, mal di testa, torcicolli e dolori muscolari. «Chi soffre di strabismo tende ad assumere posizioni anomale e innaturali per poter vedere bene. Parliamo del cosiddetto torcicollo oculare che provoca contratture anomale di alcuni muscoli portando dolori a testa, collo e spalle, se non addirittura ad influire sul normale sviluppo posturale del corpo», spiega Maria Elisa Scarale oculista di Torino specializzata in strabologia e alterazioni della motilità oculare.
Problema che interessa circa il 3-4% della popolazione, lo strabismo è spesso sottovalutato. «Lo si considera più come un inestetismo che, al massimo, può essere origine di problemi di carattere psicosociale. Ma non è così», puntualizza la dottoressa. «Lo strabismo comporta un disallineamento degli assi oculari: gli occhi sono storti in modo più o meno marcato influendo sulle capacità visive. Ed è proprio per porre rimedio alla diplopia causata da questo disallineamento che chi è affetto da strabismo tende ad assumere posizioni anomale del capo, ruotandolo lateralmente, verticalmente o inclinandolo su una spalla. Ma, se da una parte si migliora la propria capacità visiva, dall’altra si assumono posizioni innaturali che, compromettendo la postura, provocano contratture muscolari ed emicranie tensionali. In alcuni casi addirittura è possibile riscontrare anche delle asimmetrie facciali dovute ad uno sviluppo asimmetrico del volto dettato proprio dalla posizione inclinata del capo».
Per risolvere il problema occorre andare alla sua origine. Ovvero, risolvere lo strabismo. «Innanzitutto bisogna diagnosticarlo correttamente», precisa la dottoressa. «Può comparire alla nascita o nei primi mesi di vita. È indispensabile saperlo riconoscere e intervenire quanto prima per evitare che possa compromettere lo sviluppo posturale con conseguenze sulla colonna vertebrale del bambino. Le moderne tecniche chirurgiche, assolutamente mini invasive, ci permettono di intervenire fin dai 2 anni di età del piccolo per consentirgli non solamente una migliore funzionalità visiva, ma nel complesso uno sviluppo armonico del corpo». Lo strabismo però può comparire anche da adulti. «Sono situazioni decisamente più rare che solitamente vengono ricondotte a ictus, traumi, problemi neurologici e ipertiroidismo. Anche in questi casi, l’importante è saperlo riconoscere e intervenire nel modo più corretto», ribadisce Scarale.
Il torcicollo oculare può essere determinato anche da altri problemi agli occhi. «Nel caso del nistagmo, ovvero l’oscillazione continua degli occhi, ci sono delle posizioni in cui il movimento oscillatorio degli occhi viene ridotto se non addirittura bloccato; quindi in questa posizione particolare il paziente riuscirà a vedere meglio. Anche semplici difetti refrattivi come l’astigmatismo vengono strategicamente corretti proprio muovendo la testa e adottando una posizione anomala del capo. Non certo ultima, la ptosi è caratterizzata spesso dalla presenza di un torcicollo con mento verso l’alto». Conclude la specialista: «Se in alcuni casi può bastare l’utilizzo di un paio di occhiali per risolvere la situazione, in altri servono interventi più complessi. L’importante però è sempre riconoscere il problema e affidarsi a specialisti in grado di risolverlo».
Maria Elisa Scarale – Laureata in Medicina e Chirurgia e in Ortottica e Assistenza Oftalmologica all’università di Bologna, Maria Elisa Scarale si è specializzata in Oftalmologia. Ha svolto attività ambulatoriale e chirurgica nell’ambito strabologia all’ospedale Koelliker di Torino. Ha approfondito gli studi al Bascom Palmer Eye Istitute di Miami e ha all’attivo diverse pubblicazioni scientifiche sullo strabismo. Nel 2016 ha fondato l’associazione CLK microchirurgia e diagnostica oculare, gruppo di otto oculisti che svolge attività chirurgica libero professionale presso la Clinica Pinna Pintor di Torino. Per la stagione 2016/2017 è oculista ufficiale della Juventus F.C.