Strabismo Convergente e Strabismo Divergente: impariamo a conoscerli

Oltre un milione di persone devono fare quotidianamente i conti con quello che in gergo tecnico si chiama il disallineamento degli assi visivi.

neonato

Se un occhio devia verso l’interno si parla di strabismo convergente o isotropia; se devia verso l’esterno si parla di strabismo divergente o exotropia. La deviazione verso l’alto è detta strabismo verticale o ipertrofia.

Lo strabismo verticale può comparire isolatamente o combinato con la isotropia o la entropia. Se fissano alternativamente, una volta l’occhio destro una volta l’occhio sinistro, si parla di strabismo alternante o reciproco.  Se guarda storto sempre lo stesso occhio si parla di strabismo monolaterale o unilaterale. Se l’angolo di strabismo è sempre lo stesso in tutte le direzioni dello sguardo si tratta di strabismo concomitante, in cui tutti i muscoli oculari funzionano normalmente.

Nello strabismo paralitico l’angolo di deviazione, è invece, diverso a seconda della direzione di sguardo e dell’occhio fissante. La posizione degli occhi è determinata da fattori anatomici ed innervativi.

Nella posizione di riposo anatomica o assoluta viene a mancare qualsiasi impulso innervativi, come nella morte. Gli assi orbitali sono diretti un po’ lateralmente e formano tra di loro un angolo di circa 45°. Si parla di posizione di riposo fisiologico quando l’impulso innervativi è molto ridotto e residua praticamente solo un tono nervoso basale; nel sonno profondo e nella narcosi. Viene a mancare soprattutto l’innervazione della convergenza.

Quando si ha un completo parallelismo anche dopo l’interruzione della fusione si parla di ortoforia. Questa non si verifica frequentemente, perché interrompendo la fusione è di regola una piccola divergenza. Si parla allora di strabismo latente o di eteroforia, al contrario dello strabismo manifesto o eterotrofia.

Nelle esoforie, exoforie e anche nelle iperforie di pochi gradi, la visione binoculare garantisce il parallelismo oculare con il meccanismo di fusione. I movimenti degli occhi dipendono da sei muscoli esterni striati. Il centro di rotazione del bulbo si trova all’incirca 13 mm dietro la cornea, ma può trovarsi spostato da ampi movimenti degli occhi.

La capsula di Tenone è un involucro di tessuto connettivo che circonda il bulbo come una capsula articolare, dalla guaina del nervo ottico fin presso il limbus.
I movimenti oculari sono possibili fino a 45° nelle direzioni laterali e in basso, fino a 30° verso l’alto; escursioni maggiori sono ostacolate dalla presenza del nervo ottico e dei legamenti di arresto.