Visual Pathfinder: Un Nuovo Aiuto per Aumentare la Vostra Performance Visiva

E’ di recente acquisizione presso il Centro di Oculistica dell’Ospedale Evangelico Valdese una nuova metodologia di rieducazione dell’acuità visiva in caso di Ambliopia.

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 Ricordiamo che il termine “ambliopia” indica tutte quelle condizioni patologiche in cui un occhio non ha modo di sviluppare la normale capacità visiva, rimanendo così penalizzato rispetto all’altro occhio.

Il trattamento tradizionale consiste generalmente nella copertura dell’occhio sano (occlusione totale) per stimolare il cosiddetto occhio pigro, cioè ambliope. Attraverso questo nuovo strumento, che sfrutta la plasticità del sistema visivo sviluppando le necessarie connessioni retiniche, cerebrali e neurologiche, in qualche modo si “insegna” all’occhio pigro una normale visione. Storicamente si è sempre pensato che, negli ambliopi, l’acuità visiva non avesse la possibilità di essere migliorata una volta superato il periodo critico (intorno ai 10 anni).

Attualmente, invece, attraverso ricerche e sperimentazioni si è giunti a conclusioni ben diverse. Studi di Levi e Polat (1990) hanno infatti riportato un notevole miglioramento dell’acuità visiva in soggetti adulti attraverso sedute di stimolazione con un metodo psicofisico (risultati confermati anche da Chino e coll. 1992). Si è così pensato di sottoporre a queste sedute i soggetti che non traevano giovamento dal trattamento occlusivo tradizionale anche per raggiunti limiti di età.

L’apparecchiatura utilizzata per le sedute è quella in uso per gli esami elettrofunzionali di routine (PEV-ERG) a cui è stato abbinato un sistema detto “biofeedback” che ha la capacità di trasformare il segnale bioelettrico in un segnale acustico. Questo segnale sonoro fa in modo che il paziente si renda conto della funzione visiva: funzione che di norma non è sottoposta ad un controllo volontario.

Nella pratica clinica il paziente è sottoposto ad 1 ciclo di 10 trattamenti giornalieri della durata di 10 minuti ciascuno. All’inizio ed al termine di ognuna si effettua un accurato esame dell’acuità visiva senza e con eventuale correzione ottica. Viene monitorato il paziente con controllo del visus a 3-6-12 mesi del trattamento iniziale.

Se al termine della terza seduta il paziente non ha ottenuto un incremento del visus di partenza si sospende il trattamento, risultando esso irrilevante nel caso specifico. A tale metodo vengono sottoposti i pazienti affetti da:

  • Ambliopia strabica
  • Ambliopia anisometropica
  • Degenerazioni maculari non essudative e stabili da almeno due anni.

I risultati ottenuti finora sono molto incoraggianti e stimolano continuamente verso una ricerca sempre più specifica al fine di valutare parametri migliori del trattamento a garanzia di un’efficacia duratura nel tempo.