Ne soffre una persona ogni mille dopo i cinquant’anni d’età. E l’incidenza, per cause ancora da chiarire, sta aumentando rispetto al passato. Le vie lacrimali ostruite sono un problema sempre più frequente, soprattutto tra le donne.
“I nostri occhi producono continuamente delle lacrime, ma normalmente non ce ne accorgiamo perché vanno nel naso, dove vengono assorbite – spiega Francesco Bernardini, chirurgo oculoplastico – ma può succedere, per cause ancora non note, che ci sia un’ostruzione del condotto che collega occhi e naso, il dotto naso-lacrimale. Quindi le lacrime ristagnano nell’occhio, costringendo la persona a portare con sé il fazzoletto per asciugarsi continuamente, anche più di dieci volte al giorno.
Un fastidio, insomma, che col tempo non migliora, anzi, può portare a conseguenze spiacevoli: “Esistono dei colliri che possono dare un sollievo temporaneo, ma certo non riaprono il canale ostruito e dunque non risolvono il problema. A lungo andare, il ristagno del liquido lacrimale causa molto spesso infezioni croniche e, più raramente, episodi acuti di ascesso del sacco lacrimale”.
La soluzione è esclusivamente chirurgica. “La vecchia scuola proponeva un intervento, peraltro messo a punto dagli italiani, che era piuttosto invasivo. Prevedeva un’operazione di chirurgia generale, con sacche di emotrasfusione perché si perdeva molto sangue, e una percentuale di successo del 50%.
Insomma, un intervento senza dubbio doloroso, in cui solo un paziente su due otteneva risultati soddisfacenti, per questo molti medici non lo consigliavano. Fortunatamente ora l’intervento si è modernizzato, diventando mini-invasivo e con una percentuale di successo superiore al 90%.”
Viene eseguito in 20 minuti in regime di day hospital, non si perde sangue, non ci sono dolori e non restano cicatrici. Il sacco lacrimale viene riaperto nel naso e le lacrime riprendono a scorrere nel naso, risolvendo il disturbo.
“Per quanto mi riguarda è una delle operazioni più frequenti che faccio, con una media di quattro o cinque a settimana” conclude Bernardini.
I dati
Uno degli studi più recenti e completi sull’ostruzione delle vie lacrimali è quello realizzato dalla Mayo Clinic di Rochester, Minnesota che ha considerato un campione di 100mila abitanti di Olmsted County, Minnesota, dai 5 anni in su, dal 1976 al 2000.
L’incidenza rilevata è di 30 casi ogni 100.000 abitanti, che diventa di 100 casi ogni 100mila abitanti se si considera solo la popolazione over 50.
Le più colpite sono le donne sopra i 66 anni, con un’incidenza maggiore del 73%. Un altro dato che emerge è la tendenza dell’ostruzione delle vie lacrimali ad aumentare negli anni recenti con un’incidenza più elevata tra il 1996 e il 2000, rispetto agli anni compresi tra il 1976 e il 1979.
Lo studio conclude affermando che, verosimilmente, questo trend potrebbe continuare. Le cause non sono state ancora determinate.