Agenti Neuroprotettivi nella Terapia del Glaucoma ad Angolo Aperto 3/3

Il Dr. Lagrèze sostiene che l’ambiguità legata all’utilizzo delle sostanze protettive nella pratica clinica potrebbe essere dovuta alla mancanza di studi clinici su larga scala in grado di confermare i risultati incoraggianti ottenuti negli studi sugli animali, che hanno dimostrato l’efficacia di alcune delle sostanze in oggetto.

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Egli ha spiegato che i meccanismi patofisiologici coinvolti nella morte neuronale assomigliano vagamente a quelli che riguardano le persone, rendendo i modelli animali relativamente poco credibili.

Gli alti dosaggi e le applicazioni sistemiche di alcune sostanze somministrate agli animali potrebbero non essere accettabili nella sperimentazione sull’uomo.

Inoltre, nei modelli animali non si verifica una neuroprotezione completa, ma solo una certa percentuale di neuroni salvati. La rilevanza clinica dei risultati sui modelli animali dev’essere ancora valutata.

Secondo il Dr. Lagrèze, gli studi clinici dovranno riguardare un gran numero di pazienti per avere rilevanza clinica. Egli fa osservare che la neuroprotezione potrebbe essere tardiva per i pazienti che soffrono di danni neuronali acuti, mentre sarebbe probabilmente più vantaggiosa nella cura di malattie croniche, come il glaucoma.

Recenti scoperte hanno ridefinito il glaucoma come neuropatia ottica associata alla perdita di cellule gangliali retiniche, causata da differenti fattori di rischio. Alcune di queste cause sono un’elevata IOP e disfunzioni vascolari.

Ad ogni modo, i meccanismi patologici non sono ben noti, e non tutti i fattori di rischio sono necessariamente presenti in tutte le forme di malattia. Siccome il glaucoma ha un decorso lento, gli studi sull’efficacia di una terapia richiedono molti anni. Gli esperimenti lunghi e su vasta scala hanno costi più elevati. Gli studi clinici hanno inoltre il problema della valutazione di parametri, quali l’acutezza visiva ed il campo visivo, che hanno misure soggettive, e quindi soggette ad ampie variazioni. Perciò, sarebbe opportuno disporre di test visivi più oggettivi.

Il Dr. Lagrèze ritiene che per molte patologie acute a carico del SNC, come ad esempio l’ictus, la terapia rimane insufficiente o inesistente secondo i criteri della medicina sperimentale. Ad ogni modo, è dell’opinione che la somministrazione di sostanze neuroprotettive abbia una vasta gamma di possibili applicazioni, specialmente quando si combinano più agenti protettivi.