Agenti Neuroprotettivi nella Terapia del Glaucoma ad Angolo Aperto 2/3

I ricercatori hanno studiato un antagonista per i recettori NMDA chiamato memantina, per la sua efficacia nel proteggere il nervo ottico e la retina dai danni glaucomatosi a lungo termine. I recettori NMDA sono recettori del glutammato (uno dei neurotrasmettitori principali) e permettono il passaggio di calcio nelle cellule.

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Ipossia, danni traumatici al nervo ottico e glaucoma provocano l’accumulo di glutammato nello spazio sinaptico, impedendo il processo di riassorbimento fisiologico. Pur essendo uno dei principali neurotrasmettitori, il glutammato, se presente ad alte concentrazioni nello spazio sinaptico, può avere un effetto neurotossico associato ad un abbondante flusso di calcio introdotto nelle cellule neuronali.

Il calcio, a sua volta, attiva una sequenza di cascate intracellulari che inducono all’apoptosi (morte neuronale). I ricercatori sono dell’opinione che la memantina potrebbe prevenire l’apoptosi bloccando i recettori delle cellule gangliali retiniche.

Studi clinici a doppio cieco, effettuati in più centri, sono attualmente in corso per valutare l’efficacia e la sicurezza della memantina somministrata per via orale, in pazienti con glaucoma ad angolo aperto cronico a rischio di decorso glaucomatoso.

A Freiburg, in Germania, è stato prodotto il gabapentin-lattame, un altro agente promettente, la cui efficacia nel favorire la sopravvivenza delle cellule gangliali retiniche è ora oggetto di studio.
Questo farmaco aumenta la capacità di sopravvivenza delle cellule gangliali retiniche del ratto sia in vitro sia in vivo.

Il Dr. Lagrèze ha dimostrato che il farmaco opera aprendo i canali del potassio mitocondriali sensibili all’ATP. Due decenni di ricerche hanno fornito un quadro dettagliato sui meccanismi intracellulari della morte delle cellule neuronali.

L’apoptosi delle cellule, a differenza della necrosi, dipende da processi programmati geneticamente attraverso i quali i neuroni sembrano autodistruggersi in pochi giorni, senza alcuna evidenza di reazione infiammatoria.

Sono diversi i fattori apoptotici implicati. Tra questi, la mancanza di segnali neurotrofici. I segnali neurotrofici sono inviati dai corpi cellulari al loro bersaglio, costituito dalle cellule gangliali retiniche, con un flusso continuo attraverso il trasporto assonale.

L’ischemia o la compressione del nervo ottico interferiscono con questa trasmissione e provocano la morte delle cellule nervose. Nei test in vitro sono state individuate almeno un centinaio di sostanze con azione protettiva sui neuroni della retina.

Gli antagonisti dei recettori NMDA, gli inibitori della NO-sintetasi, i fattori neurotrofici, le sostanze che legano i radicali liberi, gli inibitori del rilascio di glutammato e gli inibitori delle caspasi sono al centro dell’attenzione per la loro capacità di ostacolare i meccanismi patofisiologici noti.

Gli esperimenti sugli animali in vivo hanno dimostrato che molte di queste sostanze hanno un effetto neuroprotettivo in casi di ischemia retinale acuta e compressione del nervo ottico, così come nei modelli di glaucoma.

Ad ogni modo, non esistono prove sperimentali sull’efficacia di queste sostanze nei pazienti umani. Nella terza ed ultima parte online il prossimo mese tratteremo dell’ambiguità legata all’utilizzo delle sostanze protettive nella pratica clinica.