La Levodopa Puo’ Migliorare Alcune Neuropatie Ottiche Ischemiche

Secondo gli studi del Dott. Johnson dell’Università del Missouri in Columbia (USA), la levodopa (L-DOPA o 3,4-diidrossi-l-fenilalanina), può limitare la perdita visiva all’inizio di neuropatie ottiche ischemiche.

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La perdita visiva in genere si manifesta durante il sonno o subito dopo. “La causa della NAION (neuropatia ottica ischemica non arteritica anteriore) rimane enigmatica, sebbene improvvise alterazioni del flusso sanguigno nella coroide fanno sospettare un lesione nel nervo ottico”, secondo il Dott. Johnson.

I ricercatori si pongono la questione del ruolo dell’herpes simplex e dell’influenza neurale nella modulazione dl flusso sanguigno coroidale. Spesso la perdita visiva è grave, in 1/3 degli occhi resta un visus di 1/20 o anche meno. Fortunatamente, circa il 40% dei pazienti ha un miglioramento entro tre mesi, ma non vi sono poi ulteriori cambiamenti dell’acuità visiva.
Di recente i ricercatori che utilizzano la levodopa hanno documentato un miglioramento dell’acuità visiva nel 30% dei pazienti NAION, con un calo del visus precedente stabilizzato.

Il trattamento per 18 pazienti è stato: Sinemet 25/100, cioè 25 mg di carbidopa e 100 mg di ingredienti attivi di levodopa, tre volte al giorno per tre settimane. I rimanenti 19 pazienti rappresentavano il gruppo di controllo. La migliore acuità visiva corretta è stata ottenuta ad ogni visita ed è stata convertita in valore logMAR per le analisi statistiche.

Il campo visivo è stato testato con il perimetro computerizzato Humphrey 24.2. i dati base demografici erano simili rispetto all’età, al sesso, al diabete, all’ipertensione ed alle sigarette fumate. La durata della perdita visiva, l’acuità visiva iniziale e la perdita del campo visivo non erano significativamente differenti.

I ricercatori hanno definito il miglioramento del campo visivo come una differenza nella deviazione tra la visita iniziale e quella semestrale di +3 dB o maggiore. Il peggioramento consiste in una differenza di -3 dB o minore. Ogni variazione minore di 3 dB è stata definita una non variazione.

In 5 casi (31%) il levodopa ha migliorato il campo visivo e in nessun caso c’è stato un peggioramento. In 4 controlli (22%) il campo visivo è migliorato, mentre in 2 (10%) è peggiorato.
I ricercatori hanno comparato le variazioni dell’acuità visiva logMAR tra i casi e i controllo tra la visita iniziale e quella semestrale. I miglioramenti sono stati definiti come una differenza di almeno 0,3 logMAR. Ogni differenza di 0,3 logMAR corrisponde ad una variazione di tre linee nelle tavole optometriche.

Questo studio, in 10 casi (77%) il levodopa ha migliorato l’acuità visiva, in nessun caso c’è stato peggioramento. Per contro, 3 (30%) dei controlli hanno migliorato l’acuità visiva e tre (16%) l’hanno peggiorata.

Nascono nuove prospettive pratiche di terapia farmacologia nel caso di neuropatie ottiche ischemiche con l’uso di un farmaco ben conosciuto in neurologia ed in oftalmologia.