Lo Stato italiano riconosce tre categorie distinte di ciechi:
- ciechi assoluti: tutti coloro che non hanno alcuna capacità visiva o che posseggono una visione indistinta di luci ed ombre
- ciechi ventesimisti: quegli individui il cui residuo visivo non supera 1/20
- ciechi decimisti: i soggetti con un visus non superiore ad 1/10
Il nostro ordinamento giuridico considera, pertanto, cieco civile colui che presenta un residuo visivo non superiore ad 1/10 con la migliore correzione possibile, in entrambi gli occhi. Per il profano, quindi, è “cieco civile” colui che con l’utilizzo dell’occhiale o della lente a contatto più idonea, riesce a leggere ad una distanza di cinque metri, solo la prima riga della
tavola ottotipica (ossia il tabellone dell’oculista appeso al muro).