L’ Ecodoppler Nella Retinite Pigmentosa

Lo studio del flusso ematico ha impegnato, nel corso dell’ultimo decennio, numerosi ricercatori in ogni parte del mondo, nel tentativo di individuare metodiche, sempre più precise e meno invasive, per poterne determinare la pressione, l’entità e la velocità.

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L’interesse e l’importanza di tali ricerche è notevole data la fondamentale importanza di un corretto apporto ematico al bulbo oculare per mantenerne un’adeguata funzione. La perdita del normale apporto vascolare costituisce una delle prime modificazioni in numerose patologie oculari ed è necessario poter intervenire tempestivamente prima che turbe emodinamiche diventino irreversibili.

Sono quindi necessarie metodiche “diagnostiche” affidabili e ripetibili ed è importante una buona conoscenza “farmacologica” dei presidi terapeutici di cui disponiamo. In oftalmologia è sempre più sentita la necessità di poter quantificare con metodiche non invasive l’apporto ematico bulbare, sia esso coroideale, retinico o orbitario al fine di poter meglio identificare il ruolo vascolare di diverse patologie oculari.

Sono state messe a punto numerose tecniche di indagine, tuttavia i risultati ottenuti hanno permesso di valutare topograficamente i vasi ma non di conoscerne la portata ematica (fluorangiografia), oppure hanno consentito la valutazione indiretta mediante estrapolazione algoritmica computerizzata del flusso coroideale (pulsatile ocular blood flow e oculo oscillo dinamografia); in altri casi è stato possibile valutare il flusso dell’arteria centrale della retina solo in caso di perfetta trasparenza dei mezzi diottrici (Laser Doppler velocimetria).

Il color doppler è una metodica che trae la sua importanza dal fatto che l’uso del modulo colore consente la visualizzazione simultanea della fisiologia del flusso ematico anche di vasi di calibro esiguo e dell’immagine bidimensionale.
Utilizzando l’immagine colorata come guida, l’analisi spettrale Doppler permette la valutazione quantitativa del flusso ematico nei vasi.

Questa rappresentazione dei flussi ematici costituisce una nuova dimensione per gli ultrasuoni e fornisce informazioni diagnostiche chiare, in tempo reale, simultaneamente all’immagine B-scan dell’area esplorata, non ottenibili con altre tecniche diagnostiche non invasive.