Il Terzo Occhio

Noi occidentali siamo, da sempre, abituati a vedere, osservare, analizzare utilizzando quei due preziosissimi strumenti posti ai lati del naso….e se ci fosse una terza possibilità?

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Una possibilità non fisica, non visibile che non rientra nei canoni della tridimensionalità… il terzo occhio, appunto. Quel cerchiolino rosso che le donne indiane si dipingono al centro della fronte ed è proprio dalla filosofia orientale che possiamo apprendere come utilizzare questo dono intimo, chiamato anche chakra, che ci può aprire le porte della nostra profonda interiorità.

Non è un punto fisico dicevo ma è situato al centro della fronte, proprio tra i due occhi e, strano a dirsi, lo troviamo davvero quando li chiudiamo! E’ il punto su cui si basa la meditazione, il punto sul quale la mente razionale si riposa e che, non a caso, è associato al colore blu indaco.

Colore riposante per eccellenza. Certo, per noi occidentali suona quanto meno fantasioso dover chiudere gli occhi per vedere, noi dobbiamo tenere a bada ogni movimento, andiamo di fretta; il terzo occhio richiede invece pazienza, calma e volontà di ricerca, ci chiede di sederci e di tranquillizzarci, di chiudere gli occhi e di immaginare questo punto in mezzo alla fronte che si presenterà dapprima con una serie di ombre e di luci (riflessi dell’esterno) ma che, provando e riprovando con pazienza, si rivelerà come un punto blu, la fonte di ogni ispirazione.

Per trovarlo non è necessario sedere in meditazione a gambe incrociate tutto il giorno, basta iniziare con 5 minuti, seduti alla scrivania con la schiena diritta e gli occhi chiusi… basta respirare con tranquillità, consapevoli del movimento del respiro immaginando quel punto al centro della nostra fronte… senza cercarlo con la razionalità.

Per cinque minuti. E scopriremo che è proprio non facendo nulla che possiamo aprire la porta ad un modo totalmente diverso del vedere: osserveremo la nostra interiorità, impareremo ad attingere ad una saggezza che il mondo esterno ha nascosto e che ci consentirà di aprirci ad esso con una rinnovata consapevolezza.

Anche i nostri due occhi fisici funzioneranno al meglio, coadiuvati da una conoscenza che ci sorprenderà all’inizio ma che diventerà, con il tempo, una preziosa alleata. Già, il Tre non è il numero perfetto?