I beta-bloccanti hanno effetto antagonista dei recettori beta-adrenergici. Variano nella loro potenza globale e selettività per i recettori beta-adrenergici e farmacocinetica.
Vengono utilizzati nel trattamento di disordini cardiovascolari, in particolare nelle aritmie sopraventricolari e ventricolari, nell’angina e nell’infarto miocardico acuto, nell’ipertensione arteriosa, nelle cardiopatie ipertrofiche.
Inoltre sono utilizzati nella terapia della tireotossicosi e, per uso topico, nel trattamento del glaucoma, nella cefalea a grappolo, nell’ipertensione portale, nel tremore essenziale.
L’effetto collaterale più comune consiste nella letargia e nell’affaticamento generale, mentre effetti di maggior gravità sono rappresentati da scompenso cardiaco, blocco atrio-ventricolare e broncospasmo.
E’ importante ricordare che anche la somministrazione oculare può produrre effetti collaterali sistemici. A livello oculare può manifestarsi:
- riduzione della produzione lacrimale,
- annebbiamento visivo,
- dolore,
- blefarite,
- cheratite,
- riduzione della sensibilità corneale,
- diplopia,
- ptosi.
I soggetti anziani in terapia con collirio contenente beta-bloccante sono maggiormente predisposti ad una riduzione della sensibilità corneale con conseguente aumentato rischio di cheratite. Riducendosi la secrezione lacrimale, i beta-bloccanti tendono a causare od aggravare la sindrome secca, sia quando somministrati per via sistemica sia per applicazione topica.
Durante la somministrazione per collirio di beta-bloccanti, il farmaco può drenare nel dotto naso-lacrimale ed essere assorbito dalla mucosa nasale, in questo modo il farmaco può raggiungere la circolazione generale senza essere sottoposto al filtro epatico con un’azione anche generale sul cuore o sulle patologie asmatiche.