Negli ultimi decenni le malattie allergiche come
- asma
- dermatite atopica
- eczema
- rinocongiuntivite allergica
sono notevolmente aumentate ed in particolare nei Paesi Occidentali e in tutti quei paesi che hanno assunto uno stile di vita “occidentale”. In media circa il 20% della popolazione presenta sintomi di una o più malattie allergiche: asma, eczema, rinocongiuntivite.
La funzione base del sistema immunitario è evidenziare ed eliminare qualunque sostanza riconosciuta come estranea. Gli antichi capirono che una persona dopo essere guarita da una malattia, era meno suscettibile a quella stessa malattia. La moderna immunologia è divenuta lo studio dei meccanismi coinvolti nella protezione dell’organismo da tutto ciò che proviene dall’esterno.
Il termine Allergia fu coniato nel 1906 da un medico tedesco il Dott. Von Pirquet per descrivere uno stato di alterata reattività. Oggi il termine è usato per descrivere una ipersensibilità acquisita che produce un danno nel tessuto ospite. In altre parole un’allergia è un effetto indesiderato di una risposta immunitaria scatenata da una sostanza estranea (allergene). Spesso l’origine della suddetta sostanza è l’ambiente esterno.
La congiuntivite è un’infiammazione che interessa la congiuntiva (membrana che riveste la palpebra) e la cornea (parte bianca dell’occhio). Può essere dovuta ad un batterio, ad un virus od essere dovuta ad una allergia, ad irritazione da fumo, vento, polvere o agenti inquinanti presenti nell’aria.
La sensazione di presenza di un corpo estraneo nell’occhio, accompagnata da prurito e/o lacrimazione, può far pensare ad una congiuntivite di origine allergica. Il termine generico di “congiuntivite allergica” comprende, in realtà, diverse entità distinte per caratteristiche cliniche, patogenesi, prognosi e impostazione terapeutica.
Nella maggior parte dei casi, però, la diagnosi di patologia oculare allergica è solo presuntiva, poiché solo raramente viene seguito quell’iter diagnostico che permetta di impostare una terapia a lungo termine. Va ricordato che i pazienti affetti da congiuntiviti allergiche vengono gestiti non solo dagli oculisti, ma anche dal medico di famiglia, dall’allergologo, oppure si rivolgono direttamente al farmacista, o ancora, molto spesso, si autoprescrivono la terapia o non si curano affatto.
In molti soggetti il contatto con sostanze normalmente innocue si trasforma in una iperattività dovuta alla produzione di IgE e di linfociti (eosinofili soprattutto) specifici creando così le manifestazioni cliniche di una patogenesi “allergica”. Esistono in effetti diverse classificazioni basate sulle caratteristiche cliniche della malattia, l’importante però è stabilire e seguire un iter diagnostico razionale che ci permetta di adottare le scelte terapeutiche più corrette e di poter formulare una prognosi a lungo termine.