I Cubisti pensavano che per rappresentare l’essenza dell’oggetto nel modo più accurato possibile, si dovesse abbandonare la prospettiva uniforme ed insieme illuminante. I Cubisti si muovono attorno all’oggetto, dipingendo da molti angoli e condizioni di luce diversi, creando dei piani. Lo sfondo e i piani prospettici si compenetrano, creando un ambiguo spazio vuoto caratteristico del cubismo.
Questo è da attribuirsi ad un meccanismo simile a quello del nostro cervello quando costruisce le immagini visive, ma che viene rallentato dall’artista, in un processo simile a quello della macchina fotografica. Come disse Juan Gris “[Il Cubismo è] muoversi attorno ad un oggetto per misurare diversi aspetti in successione che, fusi in un’unica immagine, la ricompongono nel tempo .”
Le regole del cubismo erano già note ad artisti precedenti? Sembra di sì. Nel video seguente si dimostra che ben prima del XX° secolo erano già state applicate le regole del cubismo. Il dipinto dell’artista giapponese Hiroshige (1797-1858) richiede solamente una leggera modifica per assomigliare maggiormente allo stile Cubista più moderno.
Ecco un altro esempio dell’essenza cubista. Il dipinto qui sotto è datato 1834 ed è sempre dell’artista giapponese Hiroshige, assomiglia molto alla pittura cubista tanto è vero che se applicate il filtro di Photoshop “Cubista” non vi accorgete praticamente della differenza.