L’Organizzazione Mondiale della Sanità punta con il piano d’azione 2008 – 2013 a rafforzare le attività esistenti nel mondo per contrastare l’insorgere della cecità e dell’ipovisione o per la loro cura, specialmente nei Paesi a medio e basso reddito, dove potrà portare una luce di speranza.
Gli obiettivi principali del piano sono:
- aumentare l’impegno politico, finanziario e tecnico degli Stati membri;
- sviluppare e rafforzare politiche nazionali, piani e programmi in supporto della salute oculare;
- aumentare e ampliare le ricerche sulla prevenzione della cecità e sulla disabilità visiva.
La prevenzione della cecità e dell’ipovisione evitabile sono oggetto di diverse risoluzioni adottate dall’Assemblea generale dell’Oms. Quest’ultimo documento analizza la situazione attuale nel mondo, per poi proporre diverse soluzioni. Oltre l’80% della cecità nel mondo è prevenibile (o curabile): con questa certezza si può contrastare più efficacemente la perdita della vista che attualmente colpisce almeno 45 milioni di ciechi nel mondo che, nel 90% dei casi, risiedono in Paesi a basso reddito.
Nel 39% dei casi la cecità (operabile) è dovuta alla cataratta, vale a dire all’opacizzazione del cristallino, mentre nel 18% a vizi refrattivi non corretti, nel 10% al glaucoma e, infine, nel 7% dei casi alla degenerazione maculare legata all’età (AMD).
Attualmente i dati epidemiologici sono stati raccolti in 65 Paesi. Resta molto da fare, anche in relazione ai trend esistenti sulla disabilità visiva. Per eliminare la cecità evitabile entro la fine del prossimo decennio la IAPB e l’OMS portano avanti il progetto Vision2020 il cui motto è “Il diritto di vedere”).
Ultimamente ha aderito la Nuova Zelanda, che si unisce quindi agli altri undici Paesi che si sono già associati ufficialmente alla IAPB per combattere quella che è definita la oscurità planetaria dovuta alle malattie oculari.