Occhio alla politica : ma dov’è finita? – 31

Facile vedere e descrivere lo spettacolo che in questi ultimi tempi dà la politica.

occhio alla politicaMeno facile è chiedersi il perché di un copione così sui generis
Meno facile ancora è tentare di darsi spiegazioni.

Quando un’automobile non parte è inutile imprecare o, considerando genericamente un “qualcuno” responsabile del guasto, coprirlo di insulti.

Per gli antichi greci la politica era l’arte di governare gli Stati, la città, la comunità dei cittadini.

Non ho sentito nessuno parlare in termini di riflessione della triste situazione in cui oggi versa il Palazzo.

Si parla, si dibatte in tutti i luoghi di quello che dovrebbero fare (gli altri) i politici da noi eletti; all’avversario politico si chiede (all’altro) di mettersi da parte perché incapace e di lasciar fare i capaci dalle idee chiare.

Giusto è criticare, vista la situazione nella quale ci troviamo, ma non credo sia sufficiente né, tanto meno, che dalla critica fine a se stessa possa venire la tanto agognata nuova fase di governo.

Parlando sempre di automobili, è come se una persona che non ha mai guidato pretenda, una volta preso posto alla guida, che la macchina proceda lungo la strada senza che ne sappia usare i comandi

Da decenni viviamo orientati al benessere economico: aumentiamo le produzioni diminuendo, grazie al miglioramento del processo industriale, il numero delle persone che lavorano. Penso che non ci sarebbe voluta una mente geniale per capire dove, una tendenza del genere, avrebbe portato.

Nessuno al mondo ha mai pensato (se lo ha pensato non è riuscito a farlo sapere ai più) di cambiare modello di crescita.

Quando ero piccolo, mangiare un pollo accadeva raramente; il pollo aveva un prezzo discretamente alto; oggi il pollo costa meno del pane. Negli allevamenti entra un pulcino e esce un pollo dopo pochi giorni. Se l’equazione è giusta dovrei passare da un pollo ogni tanto a quattro polli al giorno

Ma noi poveri uomini, siamo solo i polli che mangiamo?

Quanto accade è certamente causato dai nostri comportamenti e dalle nostre scelte, ma ci sono e si possono notare, esempi virtuosi e sarebbe estremamente utile valorizzarli. Gli esempi ci vengono da persone che affrontano seriamente i problemi della vita: famiglia, lavoro, scuola, condominio, amicizie. Gli esempi virtuosi vengono da chi, nella pratica quotidiana, mette in luce nel suo agire gli aspetti importanti della vita

C’è una distanza enorme tra le cose che si dicono e quelle che si fanno. Sono certo che il Parlamento cambierà quando la distanza tra le parole e i fatti verrà ridotta tendenzialmente allo zero.

Ultime fasi della politica: avevamo un governo tecnico; finito quello si è votato e si è tentato un governo politico; i politici non vogliono un governo tecnico ma uno politico che intendono realizzare nella assoluta disponibilità di cambiare progetto a patto che il cambiamento sia quello che dicono loro.

Il presidente della Repubblica, non sapendo più che fare, convoca 10 saggi maestri per lavorare sul come rimettere in piedi la “povera Italia”; le parole sono sempre le stesse tanto che ne abbiamo la nausea (esempio: rilancio dell’economia, come se fosse mai stato fatto un lancio dell’economia).

I saggi cercano di insegnare ai politici quello che devono fare, iniziano dalle aste e danno loro persino il permesso di copiare il compito.

Mi viene un’idea, forse banale: perché dopo il governo dei tecnici non dare ai saggi il compito di governare? Già, ma questo non è possibile, loro non accetterebbero mai, perché i saggi sono saggi!

Occhio! Se qualcuno avvista in qualche angolo remoto, la politica ci avverta immediatamente.