Occhio alla desolazione (a non pestarla) – 30

Il percorso dello sgretolamento dell’uomo procede a passo svelto.
Ricordo i precedenti articoli, scritti qualche anno fa.
Citavo il consumismo a servizio di chi tiene ad ingrassare il proprio ventre.
La base dello sviluppo esponenziale della cultura del consumo è l’indebolimento dell’io; tale fragilità provoca l’uomo ad agire per crescere, mantenere o non perdere il proprio grande o piccolo agio economico.
Azione tesa all’avere piuttosto che all’essere. La sensazione è che dell’essere non ve ne sia rimasta traccia visibile.
L’uomo che è possibile osservare (l’aspetto interiore è giustamente sconosciuto) spesso si presenta inconsistente e fragile. La società che ha realizzato è un gigante con i piedi d’argilla.
Si ha l’impressione che l’uomo non solo non proceda più verso la meta alta del grande amore, quindi della gioia; ma si muove chino, appesantito dal timore, condizionato dalla paura.
Grande colosso di tecnologia e d’immaginifiche, illimitate possibilità (provate a pensare a quante cose – per lo più non necessarie – si possono operare con un telefono cellulare), questo è quanto l’uomo di oggi è riuscito a costruire con la sua intelligenza.
È il nostro mondo, quello nel quale trascorriamo tutta la nostra vita, il mondo detto occidentale, europeo, la nostra Italia.
L’uomo oggi chiacchiera e preme, in rapidissima successione, una moltitudine di bottoni.
Tra il tempo dedicato al produrre, quello destinato alla chiacchiera, l’uomo si concede il tempo del relax.
Proviamo ad immaginare una persona stanca di parlare e ascoltare, poi sfinita dal correre per fare mille cose, proviamo ad immaginare cosa può fare questa persona nel momento del relax.
Immagino che il tempo libero lo si possa trascorrere con gli amici con i quali parlare dei soldi che mancano e di quelli che mancheranno e di chi è la colpa se i soldi sono sempre meno.
Il tempo libero a volte lo si può trascorrere guardando in TV programmi banali o commenti e opinioni sui soldi che mancano, su quelli che mancheranno e di chi è la colpa se i soldi sono sempre meno; altro modo per rilassarsi e connettersi alla rete e leggere notizie, o partecipare a forum nei quali si discute dei soldi che mancano, di quelli che mancheranno e di chi è la colpa se di soldi ce n’è sempre pochi, sempre meno.
Forse ci siamo dimenticati di ieri, di chi eravamo ieri: uomo triste perché smemorato, uomo triste che non ricorda cosa faceva ieri nel tempo libero.
Quello che nasce oggi non è un uomo nuovo, ma è un uomo nato vecchio, privo di storia, dove per storia si intende la consistenza di un’esperienza di vita che cresce. Un uomo, la cui unica espressione di felicità la si nota, quando indovina una risposta ad uno degli innumerevoli quiz televisivi e intasca soldi con i quali comprerà il suo sorriso
Penso che la tensione che il concorrente ha nei lunghi istanti in cui aspetta il verdetto: sì hai vinto, no, hai perso! Quella tensione la provavo io, quando, dopo aver dichiarato il mio amore ad una donna perfetta attendevo il suo sì e temevo il suo no.
Era un modo di dire, oggi è un modo di essere: con i soldi si può avere tutto.
L’amore e il piacere sono condizionati dalla possibilità di spendere: ha ragioni da vendere l’uomo per non essere felice; infelice per aver perso la felicità, infelice ancor di più per non sapere d’averla persa.
Il mercato ci offre una “cosa” per risolvere ogni problema, una cosa per ridere, una cosa per guarire, una cosa per amare e una cosa per essere amato, una cosa per soddisfare la fame, una cosa per dormire, una cosa da vedere, una cosa da leggere. Tutte cose che il mercato offre
Hai un problema? Ecco la cosa che te lo risolve! Se te la puoi comprare la soluzione al problema va bene, altrimenti, se non hai soldi, stai senza “cosa” e ti tieni il problema.
Sono certo che il mercato prima produce una cosa e poi informa l’uomo che ha un problema che quella cosa, appena prodotta, glielo può risolvere.
– Hai sete?
– No!
– Vergogna!!
– Si, è vero: non ci avevo pensato, ma ho proprio una gran sete.
– Ah! Meno male, pensavo che ti fossi rimbecillito: ecco a te la bevanda gasata, fresca di cui hai bisogno.
Trangugi avidamente la bibita e, fino a quando bevi, stai benissimo; finito di bere hai più sete di prima, sete da estinguere non già con acqua, ma con un’altra super gasata dolce appena ingollata.
L’uomo cammello sempre assetato in coda al supermercato con un carrello XXL, pieno di bottiglioni di plastica colorate ed una pancia formato mongolfiera; specificare non solo l’uomo ma anche donne bambini/e e ragazzi/e

Mi sembra ovvio che il mercato si propone come panacea di ogni problema; ora, dopo aver conquistato tutta l’attenzione del grande pubblico, diventa assai meno accessibile di prima.

La voracità umana è tradita, la giostra delle offerte speciali rallenta e il ciuccio consolatore di ogni solitudine cade e si smarrisce nel tumulto della folla in sommossa.

L’uomo si sente solo: non sa più come consolarsi.
Il nostro stile di vita ha tentato di fare terra bruciata attorno ad ogni uomo, ovunque egli diriga il suo sguardo vede euro, se questo gli sfugge, si allontana, oppure riduce la sua presenza, l’uomo perde l’unica speranza che aveva di essere felice.
Credo non sia difficile capire che la crisi non è dell’euro, ma di quello che dovrebbe sostenere l’euro, si ha l’impressione che oltre l’euro ci sia il nulla.
In genere ci lamentiamo tutti di non aver mai tempo per noi, questo generalmente è un alibi utile ad evitare di scegliere. Un po’ di tempo per noi certamente lo possiamo trovare; forse si dovrà ridurre un po’ il relax, in favore di noi stessi. Strano che il tempo vero per noi non lo si trascorre senza compiere un po’ di fatica, ed è forse l’evitare questa fatica che fa nascere l’alibi di cui si parlava prima.
L’esercizio da farsi nel tempo per noi è il seguente: provare per cinque minuti a pensare intensamente senza far entrare in gioco, direttamente o indirettamente, l’euro; se per distrazione finiamo per incrociare la valuta il timer si azzera. Trascorsi i cinque minuti cercare di capire quale è per noi la cosa più importante per la vita tutta, la cosa più importante per oggi e per sempre, e qui, tenere lontano il vil denaro, si fa impresa ardua.

Il passo successivo è fare un programma giornaliero, da rispettare rigorosamente, che abbia lo scopo di avvicinare il più possibile, il non più oscuro, oggetto del desiderio.
Certamente la cosa più importante per noi deve essere il realizzare una “casa” in grado di reggere, in grado di sopportare, di portare su di se, sia le gioie che i dolori della vita, quindi non può essere il tetto la parte fondamentale della casa, una dimora priva di ottime fondamenta è destinata a crollare pur avendo un ottimo tetto.
Se riusciamo nell’esercizio verrà il giorno in cui, guardando il cielo, ci troveremo davanti ad uno spettacolo bellissimo… mai visto prima.