Ipovisione e lo Sport: Quali Possibilità Concrete?

Le competizioni sportive riservate ai portatori di handicap ormai da qualche anno sono diventate abbastanza familiari anche al pubblico italiano ma molto spesso l’interesse degli organi di informazione è ancor oggi essenzialmente legato più ad aspetti di curiosità quasi folkloristica piuttosto che ad elementi di carattere tecnico.

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Ogni tanto la TV ci fa dunque vedere alcune riprese di una partita di basket giocata su sedia a rotelle o le scene di un saltatore con una sola gamba. Tutto ciò però rimane inevitabilmente confinato al momento sporadico e difficilmente quindi il grande pubblico può farsi un’idea completa di quali siano le concrete possibilità di un disabile nel mondo dello sport agonistico.
Gli anglosassoni anche in questo ci hanno anticipato di molti anni; non solo loro però se, come vedremo, anche la Spagna e tutto il Sud America danno molta importanza a tali iniziative specialmente in alcune discipline.

Tenteremo allora oggi, seguendo l’orientamento di questa rubrica, di delineare, per quanto possibile, una panoramica sintetica ma completa degli sport che possono essere praticati dai non vedenti. Va innanzitutto detto che i ciechi, date le caratteristiche della loro minorazione e l’estrema importanza che la vista solitamente riveste in quasi tutti gli sport, hanno pensato da parecchi decenni di crearne uno tutto per loro, o meglio, che possa essere giocato anche eventualmente dai non vedenti purchè completamente bendati.
Stiamo parlando del TORBALL, un gioco nel quale si utilizza una palla sonora e si fronteggiano due squadre composte di tre atleti.
Il campo è diviso in due parti come per il tennis o la pallavolo ma qui la palla deve passare sotto, e non sopra, una serie di tre funicelle dotate di campanelli poste all’altezza di 40 cm dal suolo.

I giocatori stanno inginocchiati su dei piccoli tappeti e devono utilizzare l’udito per individuare la palla lanciata con le mani dagli avversari. Se la palla viene parata si procede ad un nuovo tiro in direzione opposta, se invece i tre “portieri”, pur essendosi tuffati, sono battuti, verrà assegnato un punto alla squadra che ha effettuato il lancio.
Il Torball, pur se piuttosto statico, è comunque lo sport più praticato dai ciechi; esistono infatti campionati mondiali, continentali e nazionali, molti tornei internazionali e varie competizioni ad ogni livello.  In Italia il Campionato di TORBALL è articolato nella serie A, B e C. In Inghilterra e Stati Uniti è anche assai diffusa una versione di Torball più dura e più lenta, chiamata GOLLBALL, che differisce dalla forma principale essenzialmente perchè prevede l’utilizzo di un pallone molto più pesante.
Parlando ora degli sport per tutti, possiamo dire che quello più praticato dai privi della vista in Italia è probabilmente il “tandem” ovvero la bicicletta a due posti, un non vedente di dietro e un normodotato davanti.  Di questa specialità esistono numerose gare sia su pista che su strada. Al di là comunque dell’aspetto agonistico, va ricordato che molti giovani ciechi posseggono un tandem anche solo per poter fare delle passeggiate o delle escursioni cicloturistiche assieme ad un familiare o ad un amico.  Altre discipline sportive a cui si dedicano parecchi disabili visivi sono: atletica leggera, judo, nuoto, sci di fondo e talvolta anche alpino, tiro con l’arco e naturalmente, specialmente in Spagna e Sud America, il calcio.
Nell’atletica le corse vengono realizzate non tutti insieme ma naturalmente a cronometro. Ogni corridore è legato a vita da una fune tenuta dal suo allenatore all’interno della pista. Questi provvederà a guidare ed a dare indicazioni affinchè la traiettoria di corsa non devi dal percorso.
Il judo non presenta particolari difficoltà per chi non vede. Il cieco anzi può competere quasi ad armi pari assieme ai vedenti in quanto le regole impongono il costante contatto fisico fra i due lottatori ed ogni mossa può dunque essere percepita anche attraverso il tatto.  Non vi sono particolari difficoltà neppure per il nuoto nel quale, grazie alle corsie galleggianti, le gare possono avvenire anche tutti assieme. Unico accorgimento particolare consiste nel consentire all’allenatore di toccare sulla testa l’atleta con un piccolo bastone sormontato da una spugna allo scopo di indicare l’approssimarsi della fine-vasca e consentire la preparazione della virata. Certo vedere sciare i ciechi incuriosisce e stupisce il grande pubblico.
La tecnica utilizzata non ha più di una decina d’anni di vita ed è imperniata su una sorta di discesa radioguidata: l’istruttore impartisce ordini al non vedente tramite una rice-trasmittente collegata ad una radiocuffia posta sul capo dell’atleta.
Le piste ovviamente devono essere abbastanza larghe e non troppo ripide; il risultato complessivo resta comunque notevole e suscita molta ammirazione specialmente se visto in TV.  Anche per il tiro con l’arco si usano sistemi di puntamento basati su segnali acustici. Qui il bersaglio è fisso e quindi si può disporre di un discreto lasso di tempo dedicato all’identificazione spaziale dell’obiettivo.
Un cenno particolare merita infine il calcio. Questo sport presenta, come ben si può immaginare, notevoli difficoltà per chi è completamente privo della vista. Difatti non è molto praticato nei paesi anglosassoni e neppure, tutto sommato in Italia. Chi però veramente non vuole o non può rinunciarvi perchè probabilmente lo porta impresso a fuoco nel sangue o nel DNA sono i non vedenti Spagnoli, Portoghesi e soprattutto quelli Sudamericani. Ecco alcuni accorgimenti messi in atto in questi paesi per consentire di giocare a football a chi non ci vede.

I campi sono corcondati da corde o fasce elastiche, come se fossero giganteschi ring, allo scopo di non far uscire i calciatori dal rettangolo di gioco.  La palla è naturalmente sonora (contiene dei campanelli) e così pure i pali delle porte emettono segnali acustici. I portieri sono vedenti e urlano a gran voce ordini ed indicazioni di direzione ai loro compagni di squadra.
Nonostante però questi accorgimenti, lo spettacolo di una partita giocata da 20 ciechi rimane, non solo a mio parere, piuttosto deprimente e più simile ad un fenomeno da baraccone che ad una vera manifestazione sportiva.
Come infatti facilmente si potrà immaginare, gli scontri, le ammucchiate ed i calcioni fuori mira sono all’ordine del giorno con la ovvia conseguenza di numerosi infortuni dovuti alle proverbiali “botte da orbi”. Ciononostante in molti paesi, compreso il nostro, esistono regolari campionati di calcio riservati ai minorati sensoriali visivi.

Nel nostro paese tutte le attività agonistiche praticate da portatori di handicap visivo sono organizzate e dirette dalla Federazione Italiana Ciechi Sportivi (F.I.C.S.) che ha sede a Modena. La FICS a sua volta è inserita nella più grande F.I.S.D. (Federazione Italiana Sport Disabili) la quale rappresenta tutti gli sportivi handicappati all’interno del C.O.N.I. e partecipa ogni 4 anni alle paraolimpiadi. Come si vede le possibilità per un non vedente di dedicarsi ad una sana attività fisica non sono poche.  Se poi si vuole allargare il campo a quelle discipline che possono essere praticate a livello amatoriale, lo spettro si amplia ulteriormente: equitazione, canottaggio, sollevamento pesi, ginnastica, pattinaggio sono tutte attività esercitabili con qualche piccolo accorgimento. Aiutiamo allora i ciechi a muoversi un pò di più ed a valorizzare le proprie non poche potenzialità fisiche.

a cura dell’ Avv. Marco Bongi – Presidente A.P.R.I.