DiSturbiVisivi – 12 – Lo Show Della Bellezza

Stiamo cercando di mettere in luce, di aggiungere chiarezza, di scoprire nel concreto la bellezza. Abbiamo usato talvolta espressioni incomplete per lasciare la libertà a ciascuno di integrarle secondo le proprie esperienze; lo scopo è offrire la possibilità di fermare il tempo ed impegnare intensamente qualche minuto nel piacere di rifletter-e/si.

Abbiamo  descritto la bellezza e del come il nostro complesso sistema visivo la percepisce come definita ed esauriente ma che, anche come immagine, non è in grado di rappresentare tutta la bellezza; da qui nasce la necessità di andare oltre l’immagine apparente.

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Si è tratteggiato l’infinito che si apre a noi nell’approcciare la bellezza (vera): essa apre orizzonti inesauribili e non consumabili; la bellezza contiene la verità in essa vi è l’indicazione, l’invito a compiere un percorso verso mete in cui la verità ci appaia sempre più chiara e affascinante.

Abbiamo anche accennato del peso decisivo che la bellezza ha nella nostra vita, di quale rapporto il nostro cuore stabilisce con essa e come da essa dipenda la nostra realizzazione quindi la nostra piena felicità.

Non abbiamo indicato percorsi facili, giacché non ne esistono, per individuare l’inizio del sentiero della vera bellezza, ma abbiamo identificato alcuni degli elementi che disturbano e inquinano la nostra relazione con il  vero bello.

La bellezza per eccellenza è sempre della persona ma vi può essere bellezza di altra natura ugualmente vera perché rimanda sempre a qualcosa di più grande; una bellezza che finisce dove inizia è una bellezza triste.

Tra me e la bellezza che mi attrae c’è solo la mia responsabilità; responsabilità che è capacità di guardare nel profondo e di discernere correttamente, responsabilità che sta nella risposta ad essa nell’ambito esclusivo della propria libertà di scelta. Si può affermare che a tutta la realtà che ci circonda noi diamo sempre una risposta, ma con quello che noi percepiamo come bellezza intratteniamo sempre un rapporto, una relazione intima.

Abbiamo notato come la bellezza sia oltre l’apparenza: rispondere e coinvolgersi con ciò che solo apparentemente si presenta come bello e piacevole è una scelta che porta con sé un’alta dose di pericolo; in questo genere di trappola si può perdere di tutto e, in questo tutto si trovano anche pezzi importanti della nostra vita.

La bellezza a cui noi solitamente prestiamo attenzione, che è quella esibita, non solo dà, ma chiede, mentre, come abbiamo già detto in passato, l’altra bellezza, quella vera, chiede “solo” il cuore, tutto il cuore. La bellezza vera ci conduce lungo una strada che noi percorriamo sospinti da un inesauribile fascino; seguiamo entusiasti e sempre stupiti il sentiero della bellezza; in questa dimensione di percorso i centimetri sono settimane, i metri sono mesi, i chilometri anni. Strada spesso in salita, tortuosa e piena di buche, massacrante da percorrere ma tanto bella e con panorami mozzafiato.

Abbiamo detto che la bellezza non si compera, che la bellezza è disponibile a tutti gratuitamente, che la bellezza è una proposta di vita quindi di cambiamento. Nel rapporto con la bellezza che cambia la vita non c’è di mezzo danaro o potere ma c’è di mezzo la vita; nell’incontro con la bellezza da cui nasce sempre un rapporto c’è la vita, c’è tutto il nostro tempo.

La prima attenzione da avere è guardare tutto e tutti con lo stesso occhio; con questa attenzione costante nel tempo prima o poi, al più tardi prima dei novant’anni, riusciremo a vedere bene tutto; senza questa attenzione la nostra vista registrerà immagini vaghe, dando origine a sentimenti ogni giorno diversi, tanto che il nostro cuore diverrà campione olimpionico di nuoto nel mare della confusione.

Istintivamente siamo portati a pensare che tutto esista e risponda ai requisiti che il nostro “pensare” ha, noi ci stimiamo come punto di paragone in grado di riconoscere e misurare il bello e il brutto, in grado di distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male.

Pensate alle trasmissioni televisive “serie” dove si discute dei più vari argomenti: centinaia di persone sugli spalti e una dozzina nell’arena che parlano tutti insieme impegnando tutta la loro capacità di urlare confrontandosi serenamente su di una questione a volte assai importante.

Sono sempre argomenti delicatissimi, tutti urlano simultaneamente, il conduttore cerca inutilmente di inserirsi nel “civile confronto di idee” per portare ordine negli interventi e, dopo un tempo stabilito, viene sfumato l’audio da studio e la sigla chiude la serata: non è successo niente! No, qualcosa è successo: abbiamo iniziato una fulgida e promettente carriera da ipertesi furibondi.

Poi vi sono quelle di intrattenimento come quelle dei concorsi di bellezza, gli esemplari in mostra sono i più diversi: cagnolini e gatti sono surclassati dalle donne che interessano assai di più, si spazia da miss universo a miss condominio. Pare che abbiano meno successo quelle sugli uomini, sulle persone obese, e sul genere “muscolo perfetto”, “pluri tatuaggio” o “pluripiercing”.

Diamo un’occhiata ad un altro spettacolo che va sotto il nome di sfilata di moda in passerella; è interessante osservare le metodiche utilizzate in quelle manifestazioni per  porre in risalto la bellezza della top e dell’abito che indossa.

La camminata della top è col braccio pendulo, quasi disarticolato, come se non fosse neppure della modella; la top cammina così, con il braccio che penzola inanimato; la guardi negli occhi cercando di capire perché e lei ti risponde, sempre con gli occhi, che quel che fa quel braccio a lei non riguarda, dice che lei si interessa dell’altro braccio quello semi flesso la cui mano poggia perentoriamente (ma con delicatezza) sull’omologo fianco.

La top incede, variamente decorata, un braccio è fluttuante, l’altro è sorretto dalla mano puntata sul fianco, il suo bacino va qua e là, a destra e a sinistra descrivendo un’escursione almeno di 30 cm per lato; i piedi si incrociano pericolosamente l’un l’altro: è un vero miracolo di stabilità.

Questo stile di incedere, per certi versi assai curioso, certamente non usato da noi terrestri, favorisce assai lo sviluppo dei muscoli addominali e la peristalsi intestinale; un piccolo inconveniente è che, col tempo, si scardinano le anche e si slogano le caviglie.

Passo sicuro, deciso, a scatti, furbescamente quasi distratto, itinerario obbligato (deve esserci una linea gialla sul pavimento con delle frecce che indicano percorso e direzione), centinaia di persone la guardano ma lei non guarda nessuno: sulla terra è solo di passaggio, un passaggio veloce per evitare qualsiasi contaminazione umana.

A volte la top dispensa sorrisi indirizzati a pioggia sul pubblico attento e critico che non perde di lei neppure un fotogramma (la top penserà all’argent?). Il procedere fluttuante della top si arresta al termine del pavimento: è uno stop, una brusca frenata, segue una breve ma intensissima pausa, il pubblico trattiene il fiato; improvvisamente uno guizzo e avviene la difficilissima manovra dell’inversione di marcia.

Fulmineo e inaspettato lo scatto e la top riparte veloce, il braccio pendulo causa l’improvvisa accelerazione e per la forte spinta centrifuga data dal movimento rotatorio si allontana dal corpo descrivendo un’orbita semicircolare perfetta (mi hanno detto che da qualche tempo all’inizio delle passerelle è stato posto un cartello che indica che è pericoloso sostare nell’area di manovra della top, a questo punto si capisce il perché).

La top quindi si ritira senza voltarsi indietro, il suo passo pare solo sfiorare il suolo, ondeggia senza far trasparire alcun connotato tipicamente umano, nessun contatto con la realtà circostante. Molti scattano fotografie per esser certi di non aver sognato e per mostrare agli amici di aver visto realmente, con i propri occhi, tale prodigioso spettacolo. Il giornalista intervista lo stilista il quale parla anche lui un linguaggio alieno, lo spettatore ascolta attentissimo pur non capendo niente, ma è giusto così: anche lui, come la top, fa parte di un’altra galassia.

Se è la top che parla, Il rischio è il crollo di un mito con conseguente crollo del prestigio della griffe; difficilmente ciò che dice può non essere considerato terreno, molto terreno, ma questo non succede quasi mai, si sa, il silenzio della top è d’oro.

Così la bellezza della top è imitata anche dalle adolescenti, ne vedi ovunque, sono ferme nella classica posizione da miss all’esposizione: gamba destra rigida, gamba sinistra davanti alla destra con piede ruotato all’esterno di 40°, sguardo fisso ieratico e pensiero che dice. “Per quale cacchio di motivo nessuno mi guarda? Eppure sono assolutamente perfetta! Non c’è niente da fare: gli uomini sono tutti imbecilli, non capiscono proprio niente…”