Aria di vacanza

Aria di vacanza, voglia di partire, di andare a vedere altri luoghi. Personalmente suggerirei anche di andare a “vivere” altri luoghi, non solo guardarli come si guarda un bel quadro.

aria-di-vacanza

Entrarci dentro, permettere alle emozioni ricevute di scalfire la nostra abituale corazza, fare nostre le sensazioni che ci dà un paesaggio; incamerare l’energia di un’ esperienza visiva senza limitarci a fotografarla per collezionarla. Oggi vanno molto le vacanze “mordi e fuggi”, un po’ a causa della crisi, un po’ per dare l’occasione a più persone di vedere località magari lontane.

Appunto, vedere, ma gustare una località? Un momento che ci ha colpiti durante il nostro soggiorno? Non mi riferisco all’andare in un museo piuttosto che in discoteca, mi riferisco proprio al lasciare che ognuna delle esperienze che viviamo entri a far parte di noi, solo così la vacanza potrà entrare a far parte del nostro vissuto. Ad avere un significato. Altrimenti si limiterà ad essere un album di fotografie che, prima o poi, smetteremo di sfogliare.

Con il tempo ho imparato a portarmi a casa le emozioni, a fissare momenti con la macchina fotografica che sono stati percepiti anche dai sensi, passando dagli occhi. Se guardo una fotografia mi ricordo perfettamente l’attimo che l’ha suggerita, magari il contorno di risate e qualche volta anche gli odori annusati in quell’attimo.

Certo, ci sono esperienze che ci toccano più di altre, non a caso io amo dire che una vacanza “mi è rimasta nel cuore” perchè è stata un tale concentrato di armonia, divertimento, piacevolezza che avverto queste sensazioni ancora presenti, nonostante il tempo le abbia oramai distanziate dall’oggi.

La vacanza si inizia ad assaggiarla pianificandola, aprendo la cartina ed osservando un possibile percorso, calcolando le distanze, trovando posti e città, cercando gli hotels o i Bed & Breakfast.

L’osservazione diventa sempre più capillare, quasi come fa Google Earth che si insinua nel particolare con un click. Si inizia ad assaporare il paese leggendo e documentandosi, immaginando come potrà essere salire su quella cupola o percorrere le piste ciclabili dell’Alsazia.

Non tutto andrà per il verso giusto, purtroppo o per fortuna. Ho imparato che, a volte, le deviazioni che siamo costretti a fare lungo un tragitto rivelano sorprese inaspettate, dopo il fastidio iniziale viviamo un’esperienza che non avevamo preventivato. Che ci lascia un segno.

Penso che il segreto sia quello di non avere troppe aspettative, pianificare e decidere, certo, ma lasciarsi anche guidare dal sesto senso, mettere in atto ciò di cui abbiamo parlato nei mesi addietro. Il Terzo Occhio, l’Intuizione, la capacità di vedere con il cuore aprendo la curiosità a 360°.

Un po’ la filosofia della vita, basta non dimenticarsi che il viaggio non è solo la destinazione finale, ma è fatto anche dalle sensazioni vissute mentre la si raggiunge, dai paesaggi in cui entriamo a far parte. Tutte sono pennellate nell’acquerello dell’esperienza.